Renzi e Calenda marginalizzati: schiacciati al “centro” e divisi, un suicidio
Novembre 23, 2023
“Ri-partire in libertà”: una valigia rossa contro la violenza sulle donne
Novembre 27, 2023

Alleanza Atlantica oggi: sfida e opportunità delle democrazie liberali

Gli scenari storici e politici sono cambiati molto, ma la Nato, persiste, adeguandosi necessariamente ai tempi attuali. Convegno alla Federico II di Napoli

di Serena Cirillo

Dopo oltre 70 anni dalla sua istituzione l’alleanza atlantica fa ancora parlare di sé. Gli scenari storici e politici sono cambiati molto, ma la Nato, nella quale sono confluiti nel tempo sempre più paesi, persiste, adeguandosi necessariamente ai tempi attuali.

Dall’esigenza da parte di un gruppo di studiosi di ridefinire il ruolo di questa istituzione nell’attuale quadro storico-politico mondiale, nasce la riflessione che ha portato alla tavola rotonda dal titolo: “L’Alleanza atlantica oggi: sfide e opportunità delle democrazie liberali”.

Al convegno, svoltosi mercoledì scorso in un aula affollata del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Napoli Federico II, hanno partecipato docenti universitari ed esperti di difesa e affari internazionali.

Sarebbe piaciuto agli ex “sessantottini”, nostalgici del movimento studentesco che fu, il clima d’antan che ha accolto il pubblico recatosi a seguire il convegno.

Gli studenti erano in parte distribuiti lungo l’ingresso in una sorta di “sit-in”, e in piedi in fondo all’aula che ospitava l’evento, muniti di striscioni recanti scritte pro-Palestina, manifestando a gran voce il loro dissenso all’evento, bloccando per circa mezz’ora l’inizio degli interventi in programma. Invitati a intervenire, però sono andati via tutti, sfuggendo al confronto come più di un relatore seguito ha fatto notare.

Nell’introdurre la tavola rotonda un esperto di marketing e giornalista del settore, Antonluca Cuoco, ha tracciato un quadro generale della situazione politica internazionale, affermando che la sfida della “rete dei regimi” alle democrazie, fenomeno che sta caratterizzando il mondo attuale, è il punto di partenza per capire le dinamiche storico-politiche dei nostri tempi.

Diritto internazionale, democrazia, pace, sono tematiche complesse ed interconnesse, diritti basilari per garantire la crescita di ogni paese non solo nel mondo occidentale ma anche in Russia, Cina, Iran e nei paesi i cui abitanti subiscono l’oppressione di regimi totalitari e vorrebbero liberarsene. Ma la libertà richiede sforzo e collaborazione, pertanto bisogna riconsiderare gli obiettivi della Nato, un’organizzazione militare ma anche politica.

Ha ripreso il discorso proprio sull’organizzazione del Trattato, Luigi Caramiello, sociologo e docente alla Federico II, sottolineando che l’Alleanza oggi è intesa più in senso politico che geografico. Fondata nel 1945, dopo che gli Usa aiutarono l’Italia post bellica che usciva dalla dittatura a costruire la propria democrazia, è un sistema di sicurezza collettiva i cui stati membri indipendenti si impegnano a difendersi a vicenda da eventuali attacchi di terzi.

Durante la guerra fredda – ha ricordato Caramiello – servì come deterrente per la minaccia dell’Unione Sovietica. Rimasta in vigore anche dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, ora ha la funzione di scudo verso tutti i paesi che hanno come denominatore comune l’odio verso l’occidente e la democrazia”. Ed è per questo che deve continuare ad allargarsi e giocare fino in fondo il ruolo di difesa dei valori delle democrazie liberali occidentali.

Andrea Gilli, responsabile “Ricerca Nato Defense College“, ha rimarcato le problematiche nuove che si trova ad affrontare oggi l’Alleanza “trovandosi davanti ad altre sfide, come quella del progresso della tecnologia informatica, asso nella manica di paesi orientali, che indebolisce le democrazie occidentali perché destabilizza l’informazione”.

“Un altro problema – ha poi aggiunto – è quello del cambiamento climatico, che influisce sulle risorse di un paese provocando, di conseguenza, fenomeni migratori. Questioni che rendono più complesso il perseguimento dell’obiettivo dell’Alleanza, cioè la salvaguardia della pace”.

Nona Mikhelidze, responsabile ricerca Istituto Affari Internazionali, nel suo intervento è voluta partire proprio dall’accoglienza ricevuta da una parte della platea studentesca. “A mio avviso – ha osservato – la protesta degli studenti nasce da un sentimento selettivo, in quanto esprimono la loro solidarietà solo col popolo palestinese, ma non con altri popoli ugualmente oppressi e massacrati come per esempio quello ucraino, che continua a subire una guerra genocida“.

Infine, Severino Nappi, docente di Diritto del lavoro dell’Ateneo napoletano, ha ribadito ribadendo la necessità, più che mai urgente, di una coesione tra Stati con valori comuni condivisi. “Quando la democrazia non è nelle corde di un paese – ha sottolineato – prima poi i valori democratici degli altri vengono minacciati”. Pertanto è da auspicare “un rafforzamento della cooperazione tra Nato e Ue.

Il dibattito che ha fatto seguito alle relazioni è stato vivace ed interessante. Numerosi gli interventi del pubblico, composto da docenti, professionisti e studenti non solo di sociologia.

7 Comments

  1. Joy ha detto:

    A strong evaluation of a critical alliance. Preserving the values of aligned democracies through coalition may be the only defense against the authoritarian wave.

  2. Fabrizio ha detto:

    Sono rimasto molto colpito dal passaggio dell’articolo in cui si fa riferimento agli studenti che hanno organizzato il sit in: invitati a dire la loro, si sono dileguati. Evidentemente avevano pochi argomenti concreti per supportare le loro idee (?)

  3. Antonella Canfora ha detto:

    Articolo interessante.

  4. Valeria Iacobacci ha detto:

    Tema di grandissimo interesse e attualità, necessario e da ribadire in questo particolare momento storico politico. Il pericolo è proprio nel malinteso senso di solidarietà di una parte consistente dell’opinione pubblica e degli studenti in particolare per il popolo palestinese. Il dibattito è illuminante e da ribadire assiduamente per chiarire il senso della Nato in seno all’ Occidente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *