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“Ri-partire in libertà”: una valigia rossa contro la violenza sulle donne

Partire” nel senso di “lasciare un luogo”, oppure “cominciare da capo” e il titolo “Ri-partire in libertà” che le comprende entrambe. Questo il senso e l’auspicio dell’incontro tenutosi venerdì scorso alla palazzina Volaviamare al Molo Beverello di Napoli

di Serena Cirillo

Partire” nella doppia accezione del termine che sia “lasciare un luogo” oppure “cominciare da capo” e il titolo “Ri-partire in libertà” le comprende entrambe. Questo il senso e l’auspicio dell’incontro che si è tenuto venerdì scorso presso la palazzina Volaviamare al Molo Beverello di Napoli, promosso dall’avvocata Maria Grazia Santosuosso e dalla conduttrice Rai Veronica Maya, in collaborazione con alcuni noti brand di prodotti dedicati all’universo femminile.

Davanti a una sala gremita, personalità della politica, dell’imprenditoria, dei mass media, dell’associazionismo e delle libere professioni, si sono confrontati con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su una tematica ancor troppo presente nei fatti di cronaca più tragici e di proporre soluzioni concrete.

Sullo sfondo, in evidenza, le valigie riempite con tutto il necessario per partire: pigiami, biancheria, detergenti per la pulizia quotidiana, cosmetici, accessori, forniti dagli sponsor dell’evento.

La manifestazione si è aperta con una lettura di un articolo sulla recente triste vicenda di Giulia Cecchettin, affidata all’attrice Rosalba Carchia, che ha posto l’accento su quanta ingiustizia passi per le parole. Non si può essere superficiali quando si tratta di violenza, o addirittura omicidio, bisogna smettere di definire “bravi ragazzi”, o innamorati feriti gli assassini.

Dopo l’introduzione, Veronica Maya ha spiegato perché l’organizzazione ha deciso di usare la metafora della valigia chiedendo collaborazione agli sponsor. Hanno voluto mandare alle vittime un segnale forte di solidarietà e collaborazione, facendo capire loro che c’è una rete efficiente e sempre attiva di persone pronte ad aiutarle, come per esempio i Cav (Centri Anti Violenza) ai quali le valigie saranno in seguito donate.

Idea brillante questa, perché proprio le operatrici di alcuni Cav, come l’assistente sociale Simona Cappella e la coordinatrice Patrizia Palumbo, hanno riferito che spesso le donne che chiedono aiuto scappano senza portare nulla con sé: “Non hanno tempo da perdere, un minuto in più potrebbe essere fatale“.

Le ha fatto eco Patrizia Gargiulo, instancabile presidente della onlusDonne per il sociale”, raccontando episodi vissuti nello svolgimento della propria attività, ribadendo che c’è bisogno di più sostegno morale e materiale per le vittime. Maria Grazia Santosuosso, invece, penalista che vanta una lunga esperienza nella difesa di donne maltrattate, ha segnalato una questione che spesso si trova ad affrontare: “la paura di denunciare da parte delle donne non solo per timore di ritorsioni, ma anche per il disagio che la spettacolarizzazione del caso può creare loro in seguito rendendole doppiamente vittime“.

Ha esortato quindi le forze dell’ordine, le istituzioni e i media ad essere più attenti ed efficienti, affermando che le donne denunciano di più non se è previsto un inasprimento delle pene per il reato, ma se si sentono più protette, accolte da chi è preposto ad aiutarle.

Di “accoglienza” ad ampio raggio ha parlato anche la consigliera comunale di Napoli Alessandra Clemente, che ha messo in evidenza la necessità di creare maggiori servizi di supporto alle donne da parte delle amministrazioni locali e di una collaborazione totale da parte di tutta la cittadinanza nel supportare, aiutare, denunciare quando ci si trova dinanzi a episodi di semi-violenza.

Ha fatto notare che lo Stato prevede per le vittime di reati mafiosi dei cosiddetti “benefici, per esempio borse di studio per gli orfani“, i quali però non sono previsti per le vittime a latere di femminicidio. “Napoli – ha proseguito – è una città con un’altissima percentuale di disoccupazione femminile e di abbandono scolastico da parte delle ragazze”. Un argomento al quale si è collegata la psicologa Valeria Vittorini parlando delle dipendenze affettive.

“Quasi sempre – ha sostenuto la psicologa – le ragazze che lasciano la scuola o il lavoro vivono in funzione del loro uomo e questo tipo di dipendenza ultimamente si è acuito. Pertanto, è ancora una volta evidente la necessità di collaborazione da parte di ogni tipo di professionalità, di ogni lavoratore, di ogni cittadino per contrastare atteggiamenti autodistruttivi da parte delle donne stesse“.

Il giornalista Lorenzo Crea è intervenuto sull’importanza della comunicazione per evitare l’enorme percezione di insicurezza che le donne hanno in rapporto alla società e la politica ha molte responsabilità in questo. “I politici – ha affermato – devono pubblicare leggi efficaci contro la violenza di genere in Gazzetta, non selfie pubblicitari sui social. Quando si tratta di violenza non si accettano negligenza, omertà o ipocrisia”.

Infine, l’attrice Chiara Conti, ha portato la sua testimonianza di vittima di un’aggressione a sfondo sessuale. Ha ricordato quanto è stato fondamentale per lei l’aiuto di una poliziotta molto professionale ed empatica che raccolse la sua denuncia e delle magistrate che la sostennero, ribadendo quanto affermato dalle altre relatrici, cioè la necessità di personale preparato e di collaborazione da parte di tutti.

Il dibattito che ne è seguito è stato molto vivace e proficuo, si sono create nuove sinergie e sono state emerse interessanti proposte. L’evento si è concluso con la distribuzione delle valigie ai Cav.

7 Comments

  1. Antonella Casaburi ha detto:

    Articolo ben scritto su un incontro di grande rilevanza!

  2. Joy ha detto:

    In questi giorni e anche la staggione di 16 Giorni Contro La Violenza Basata sul Genero. Buonissimi questi sforzi.

  3. Fabrizio ha detto:

    Tema delicatissimo, che necessita di una costante attenzione.
    Articolo molto interessante e ben scritto, che porta a riflettere ed a porsi degli interrogativi.

  4. Antonio ha detto:

    Bisogna combattere e mai abbassare la guardia

  5. Valeria Iacobacci ha detto:

    Si deve parlare e agire il più possibile per affrontare il problema della violenza sulle donne, proprio come è stato fatto in questo bell’incontro nel Volaviamare del Molo Beverello. Suggestivo il tema della “Valigia rossa” simbolo non solo di una fuga per la salvezza ma di un volo verso la libertà. Importante il concerto fondamentale dell’importanza dell’aiuto e del sostegno nell’appoggiare le donne alla ricerca dell’indipendenza e del lavoro, anziché l’inasprimento delle pene che non può bastare senza l’educazione ai sentimenti e al rispetto da parte dell’intera società nell’interesse stesso degli uomini.

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