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“Scotto Jonno”, l’antico caffè bistrot per la rinascita della Galleria Principe di Napoli

Un angolo di Bella Epoque nel cuore di Napoli, musicisti in frac che suonano musica anni ’20 dinanzi a un pubblico ammirato e coinvolto che sorseggia un buon caffè, oppure un aperitivo è ciò che accede ogni domenica mattina ‘in Galleria’

di Serena Cirillo

Un angolo di Bella Epoque nel cuore di Napoli, musicisti in frac che suonano musica anni ’20 dinanzi a un pubblico ammirato e coinvolto che sorseggia un buon caffè oppure un aperitivo, è ciò che accede ogni domenica mattina nella Galleria Principe di Napoli grazie al caffè bistrot Scotto Jonno.

La storia di questo locale è affascinante quanto travagliata. E’ nato nel 1894 ad opera di un rampollo di una ricca famiglia procidana, che, tornato da Parigi, dove si era innamorato dei cafés chantants, volle crearne uno a Napoli.

Nella splendida location della Galleria Principe di Napoli, costruita circa dieci anni prima di fronte al Museo Archeologico Nazionale, in un centro storico pieno di vita, di fermento culturale e di capolavori architettonici, ebbe origine così il caffè chantant “Vincenzo Scotto Jonno” che portava il nome del proprietario.

Nonostante il successo del locale, i tragici avvenimenti del 1914 ne decretarono la chiusura. Durante il periodo fascista fu requisito e utilizzato come cinema di propaganda, poi fu di nuovo chiuso e in seguito gli spazi furono occupati dal Comune di Napoli e utilizzati come uffici prima, e come Tesoreria di Stato del Banco di Napoli poi.

Dopo un’ulteriore chiusura e decenni di abbandono, Luca Iannuzzi, imprenditore coraggioso e visionario con la passione per tutto ciò che è antico, cultura e tradizione, ha partecipato al bando di gara indetto dal Comune col sogno di ridare vita allo splendido locale di fine ‘800 e lustro alla Galleria che per troppo tempo era stata abbandonata al degrado.

Dopo due anni di ristrutturazione fatta a regola d’arte, con un’accurata ricerca storico-filologica e un’attenzione unica ai disegni e ai materiali, grazie ad un investimento importante su tutti i fronti, lo scorso anno il caffè letterario “Scotto Jonno” ha aperto le porte ad un pubblico piacevolmente sorpreso di tanta bellezza in un luogo che era completamente abbandonato.

Il risultato appare immediatamente molto armonico. Il locale è stato ricreato secondo i progetti dell’epoca, con lo stesso arredo, lo stesso tipo di oggettistica, di materiali e tappezzeria, grazie al lavoro sapiente dell’architetto e art designer Eugenio Tebaldi.  In perfetto stile con l’architettura della Galleria, costruita nella stessa epoca, emerge trionfo di raffinatezza Art Nouveau dove nulla è lasciato al caso.

Persino le stoviglie sono dell’epoca, piatti e bicchieri selezionati con cura e acquistati nelle varie fiere di antiquariato dal proprietario, che ha voluto fare di questo posto una sorta di museo della Bella Epoque. Sebbene sia stato inteso come spazio polifunzionale che comprende caffè, bistrot, ristorante al piano superiore e persino una biblioteca pubblica, non dimentica la sua vocazione originale: quella di caffè chantant.

Il programma musicale è una parte importante del progetto. Grazie all’impegno e alla passione del Maestro Marco Amoroso, direttore artistico, e ai suoi musicisti dell’Ensemble Scotto Jonno (nato con il locale), nel fine settimana è possibile ascoltare ottima musica dal vivo, con un repertorio che va dagli anni ‘20 agli anni ’40 proprio per restare in tema.

L’ensemble si avvale di un roaster di 20 tra i migliori jazzisti napoletani che si alternano proponendo almeno 40 brani in scaletta. Il venerdì sera invece, il format è diverso: il “Carosello Scotto Jonno” si occupa della musica in voga nel dopo guerra con le tipiche contaminazioni di musica napoletana e jazz d’oltreoceano.  

Il nostro obiettivo è realizzare un programma ad hoc per la struttura – spiega Amoroso – e quindi riportare in auge la tradizione musicale degli anni di massimo splendore del cafè chantant con un programma di musica swing, jazz, dixie eseguita con gli strumenti necessari: piano acustico, clarinetti, sax soprani, fisarmonica, contrabasso“.   

Ma la vera chicca è il concerto della domenica, un dono che l’organizzazione fa al luogo, alla cittadinanza e ai turisti in quanto i musicisti si esibiscono all’esterno del caffè, quasi al centro della galleria, deliziando non solo gli avventori del bar ma anche chi passa per caso. L’effetto è sorprendente. Nessuno sfugge all’incanto della musica, ne viene attratto, si ferma ad ascoltare, fotografa e riprende gli artisti; molti prendono posto ai tavolini per godersi meglio il concerto.

La gratificazione più grande per noi è il totale coinvolgimento del pubblico – afferma il pianista Marco Fiorenzanofelice di riscoprire dei pezzi trascurati negli ultimi anni ma molto godibili e universali“. “Il genere di musica Swing anni ’30 è orecchiabile e di un’allegria travolgente – gli fa eco il contrabbassista Luigi Pelosiattrae turisti e napoletani che, dopo la scoperta casuale, tornano volentieri ad ascoltarci”. “Il nostro obiettivo è favorire un ritorno della musica acustica – dice il flautista Francesco Desiatoe questa è un’ottima opportunità per diffonderla in modo popolare”.

Un successo, insomma, per questo genere di spettacolo e una rinascita per la Galleria Principe di Napoli che speriamo di vedere sempre più valorizzata.

9 Comments

  1. Antonella Casaburi ha detto:

    Un luogo dove rivivere l’atmosfera magica della Bella Epoque. Un motivo in più per venire a visitare la splendida Napoli. Complimenti!

    • Serena Cirillo ha detto:

      Si!! Ti aspetto

    • Valeria Iacobacci ha detto:

      Un ritorno insperato all’antica destinazione della galleria, per troppo tempo evitata e temuta per il degrado e il disagio che ne conseguiva. Qualche volta capitava di entrarci per qualche motivo, un passaggio frettoloso e impaurito. Eppure, fra tante impressioni contrastanti una luce si affacciava malgrado tutto, l’ ombra di una bellezza lacerata come quando si scopre un capolavoro sotto la crosta di un quadro ritenuto inservibile, miracolosamente scampato all’abbandono.

  2. Rossana ha detto:

    Ma che meraviglia! Deve essere una “chicca” da non perdersi nel visitare la bella Napoli!
    La descrizione impeccabile di Serena mi ha già fatto innamorare del posto e l accompagnamento musicale direi che è il top!

  3. Antonio ha detto:

    Che bello, veramente emozionante….. complimenti sinceri

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