“Mozione di sfiducia a Lollobrigida”: Renzi fa l’opposizione, Calenda rosica
Febbraio 9, 2024
‘Sociologo del territorio’, la Regione Campania approva la legge prima in Italia
Febbraio 17, 2024

Renzi al 5%, il sondaggio che fa innervosire Azione: polemica Taradash-Pizzarotti

Realizzato da Portland Communication in cinque paesi europei e commissionato in Italia da Repubblica, evidenzia un quadro del tutto diverso e sorprendente da quello fornito dai principali istituti demoscopici nazionali

di Peppe Papa

Il sondaggio che non ti aspetti e che fa arrabbiare quelli di Azione, relegati in coda al gradimento dei potenziali elettori del fronte liberaldemocratico dopo Italia Viva e Più Europa, inchiodati a un misero 2%. L’indagine realizzata da Portland Communication in cinque paesi europei (Francia, Germania, Olanda, Polonia) e commissionata per l’Italia da Repubblica, ha evidenziato un quadro molto diverso da quello fornito dai principali istituti demoscopici nazionali.

A parte il distacco inflitto da Forza Italia alla Lega e dal Pd al M5S, il partito di Renzi viene dato al 5%, i radicali di Bonino al 3% e la formazione di Calenda, appunto, al 2% a fronte dell’oltre 4% attribuitogli dalle ultime rilevazioni. Abbastanza per fare breccia in qualche certezza e la necessità di rivedere la propria strategia, basata sul presupposto di essere la forza imprescindibile per una eventuale alleanza centrista, quella che dà le carte.

La notizia in un primo momento è passata un po’ in sordina, lo stesso quotidiano del gruppo Gedi, pur essendo uno dei committenti, non gli ha riservato molto spazio dedicandogli poche righe perse all’interno del giornale. Poi Marco Taradash, da sempre sostenitore dell’unità delle forze liberali italiane, ha lanciato la questione su X, chiedendosi il perché se ne fosse parlato così poco, quasi come se si volesse occultarla.

Oh, oh, nascondete il sondaggio?” ha scritto puntando il dito su Repubblica, “forse perché i risultati divergono dai suoi sondaggi domestici?”. Tanto è bastato per innervosire, chissà perché, Federico Pizzarotti, l’ex sindaco di Parma e presidente di Più Europa, tra i più convinti assertori della necessità di tenere fuori Renzi e il suo partito da qualsiasi alleanza per le prossime elezioni europee.

A tal fine avrebbe stretto un patto con Calenda, di difficile realizzazione, per schierare insieme le due organizzazioni e raggiungere facilmente, e superare, la soglia di sbarramento per mettere piede al parlamento di Strasburgo. Il suo commento al post di Taradash non poteva essere più caustico, definendo semplicemente “assurdo” il sondaggio e che comunque “oltre i numeri, ci sono le compatibilità, ma di quelle evidentemente non ti curi”.

Pronta la replica di Taradash il quale ha prima chiesto “il sondaggio esiste, non dovremmo essere informati?”, poi a proposito di compatibilità ha ricordato a Pizzarotti di non essersi fatto tanti problemi quando “a Renzi hai cercato la candidatura nella lista fatta da lui con Calenda alle politiche”. Insomma, niente prediche da verginella e l’invito ad assumere una posizione politica aderente alla realtà dei rapporti di forza e a un progetto più ampio del piccolo cabotaggio personale, casomai riscontrato alle urne.

Oggi Bonino chiede di abbandonare le polemiche nazionali – ha avvertito – per ritrovarci sull’obiettivo comune degli Stati Uniti d’Europa e rilanciare il gruppo dei liberali e democratici al PE la cui posizione è minacciata dalla destra che fa capo a Meloni. Non ti pare strano – ha concluso domandando – che tre partiti che fanno capo in Europa a un unico gruppo vadano divisi alle elezioni mettendosi a rischio di non superare lo sbarramento?”.

Pizzarotti non ha risposto, ha chiuso X e ha lasciato perdere, meglio non infuocare la discussione che già stava prendendo piede in favore del buon senso di Taradash e contro l’incomprensibile posizione di Calenda e compagni che, tra l’altro, non risultano particolarmente amati da gran parte di Più Europa, compresa Bonino, l’unica che poi è in grado di muovere voti.

Intanto hanno dato la loro adesione, dopo tante titubanze, alla kermesse organizzata il 24 febbreio prossimo dai radicali per gli Stati Uniti d‘Europa e la convention di Renew Europa italiana. Chissà che non sia un primo segnale di ravvedimento, vista la mala parata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *